martedì 25 dicembre 2007

Buon Natale. A tutti.

... non c`era posto per loro nell`albergo.
Luca 2,7


La cena di Natale che si è tenuta al Bruno si è trasformata in una festa che ha unito la "tradizio romena" all'amicizia di chi ha voluto condividere con i rom dei Caravani canti, balli e un menu delizioso e abbondante. Cucina tradizionale con involtini di verze con carne, riso e cipolla. Musiche folck di vecchie audiocassette hanno allietato la serata permettendo coreografie d'antan.
La stessa festa - forse al freddo ma con un significato in più - l'avremmo voluta fare nel recinto che racchiude (o eslude?) i container delle caserme Bresciani. Regole ferree hanno chiuso ogni discussione. Peccato.
Buon Natale. A tutti.

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Su Global Project Trento una riflessione di Fabio dal titolo
Solidarietà e Radicalità

- vedi qui

sabato 22 dicembre 2007

Risposte natalizie

Immediate le risposte alle richieste dell'Assemblea dei Caravani da parte del Punto d'Incontro, gestore dei moduli abitativi di Via al Desert:

24 dicembre 2007: la festa e la cena di Natale si potranno tenere solo dalle ore 19.00 alle 22.00, alla presenza di non più di 10 volontari.

25 dicembre 2007: in nessuna maniera i moduli abitativi di Via al Desert potranno rimanere aperti nella giornata di Natale. Rimane invariato l'orario di uscita dai moduli abitativi alle 8.00 del mattino.

Queste risposte non vanno oltre la valutazione burocratica della gestione di un "centro d'accoglienza temporanea", non vedono la richiesta di dignità di un gruppo di persone - i rom insieme ai volontari - neanche di fronte al Natale e alla voglia di normalità di chi fino a pochi giorni fa dormiva sotto un ponte dopo lo sgombero delle loro case.

La vigilia di Natale, dalle 19 in poi, saremo tutti insieme in Via al Desert aspettando la mezzanotte per festeggiare - "in famiglia" - il Natale. Siamo sicuri che nessuno ci conterà all'ingresso. Siamo altrettanto sicuri che nessuno ci chiederà di uscire alle 22 in punto.

Auguri.

Verbale Assemblea dei Caravani - 21/12/2007

In relazione ai festeggiamenti del Santo Natale 2007, l'Assemblea dei Caravani (composta da tutti i rom di Via al Desert, da alcuni Volontari di Strada, dall'Associazione Officina Sociale e dal Centro Sociale Bruno) chiede di poter porre in atto alcune deroghe alle regole gestionali dei moduli abitativi di Via Al Desert.

In particolare:

- per il giorno 24 dicembre 2007 si chiede che possano accedere ai moduli abitativi i volontari (facenti parte dell'Assemblea dei Caravani) che da giorni stanno al fianco dei rom che abitano in Via Al Desert.

- per il giorno 24 dicembre 2007 si chiede che l'Assemblea dei Caravani possa festeggiare il Santo Natale all'interno dei moduli abitativi, mangiando insieme (la cena verrà preparata presso il Centro Sociale Bruno) e prolungando la festa fino alle ore 1.00.

- per il giorno 25 dicembre 2007 si chiede che i moduli abitativi non vengano chiusi alle ore 8.00 ma possano essere utilizzati per l'intero arco della giornata, non costringendo gli abitanti a passare il giorno di Natale in strada.

Viste le poche ore a disposizione aspettiamo una risposta sollecita.

Assemblea dei Caravani

venerdì 21 dicembre 2007

Assemblea

Assemblea: riunione numerosa per discutere questioni importanti di interesse comune (fonte De Mauro)

Questa sera presso il Centro Sociale Bruno un'assemblea che vedrà partecipare i rom insieme alle persone solidali che con loro si sono mobilitate nelle ultime settimane.
Proprio la partecipazione alle decisioni sul proprio futuro - quindi su "questioni importanti" - fanno di questa esperienza una vera battaglia di democrazia, di conquista di dignità, di costruzione di una prospettiva diversa da quella dell'emarginazione e dell'invisibilità.

Un percorso ambizioso. Un percorso reale. Un percorso da immaginare insieme.

Noi su Melting Pot

Melting Pot è un sito di comunicazione sul fenomeno dell’immigrazione che negli anni ha assunto la fisionomia di un vero e proprio "servizio pubblico" verso i migranti, le amministrazioni e gli enti locali, gli operatori sociali e i cittadini interessati alle problematiche dell’integrazione.
Melting Pot ha pubblicato un post sulla nostra storia, su Trento e i rom e se tutto quello che abbiamo costruito fin qui.

Leggi qui.


giovedì 20 dicembre 2007

Televisione

Anche questa sera al cancello. Non si può entrare e allora i rom escono sulla soglia delle caserme Bresciani.
Si parla di tutto. Si ride e si scherza su traduzioni impossibili di frasi in rumeno e polacco. Si racconta dei propri viaggi e dei tatuaggi che si hanno sul corpo.
Ma soprattutto si guarda in avanti, alle prossime settimane. Al Natale e alle famiglie in Romania. Alla permanenza a Trento. Alla prospettiva di un lavoro.
Sono già le 21. I cancelli si devono richiudere.
F. dice che vorrebbe poter portare una piccola televisione all'interno del modulo abitativo. Per ora non si può. Regole.

A domani.

mercoledì 19 dicembre 2007

incroci, incontri, pensieri...

Anche oggi, come in tante altre occasioni, ci siamo incontrati con gli amici rom qui in centro sociale, per continuare a tessere relazioni che vadano oltre il tetto e il pasto quotidiano.
Un caffè, quattro chiacchere e il piacere di stare assieme per condividere gioie e dolori di questa esperienza, nuova per tutti.
Pensando al futuro con i piedi per terra e lo sguardo al cielo...

martedì 18 dicembre 2007

Caravani/1

E' la seconda sera che andiamo alle ex caserme Bresciani, lì dove sono stati allestiti i moduli abitativi (i caravani, come dicono i rom - e così si spiega il titolo di questo blog) in cui, con regole incredibilmente restrittive, possono alloggiare - anzi, solo dormire - Daniel, Florini, Marco, Grencua, Cristina, Maria e tutti gli altri.
All'interno di questa struttura - dei prefabbricati disposti a quadrato che fanno da perimetro ad un'improbabile piazza che non può svolgere il suo ruolo aggregante - noi volontari non possiamo entrare. Nemmeno se siamo amici di coloro che lì abitano, nemmeno se in questi giorni abbiammo condiviso con loro la speranza che è riuscita a diventare realtà attraverso una soluzione che ieri abbiamo addirittura festeggiato con i botti e lo spumante.
Ci siamo presentati davanti a quei cancelli chiusi chiedendo "permesso!": ci è stato risposto con gentilezza che no, le regole sono regole, che non si può entrare. Abbiamo detto che vogliamo continuare a fare quello cha abbiamo fatto in queste ultime settimane, quello che abbiamo iniziato a fare sotto il ponte dell'adige, che abbiamo continuato al dormitorio della Vela: incontrarli la sera, dopo una giornata che vogliamo raccontarci, fumando una "zigareta" e sparando qualche cazzata insieme.
Nemmeno il tempo di proferire un altro no, i nostri rom hanno raggiunto i cancelli. Ma alle mani che si incontravano tra le grate del cancello, uno di loro ha preferito un contatto più diretto e umano: Victor ha scavalcato l'inferriata con un balzo, e forse per la con la scusa di evitare agli altri meno agili una sicura slogatura della caviglia, i cancelli si sono aperti...
Siamo rimasti fuori, ma assiame a quel gruppo importante che siamo noi e loro. Ed è bastato poco, incontrarli la sera, dopo una giornata che vogliamo raccontarci, fumando una "zigareta" e sparando qualche cazzata insieme.
Ci siamo salutati con l'augurio di una buonanotte carica ancora di speranza, consapevoli che la strada è lunga ma che questa opportunità che siamo stati capaci di strappare all'amministrazione dovremo usarla tutta e con tutte le forze affinchè la speranza non sia illusione ma si trasformi in realtà.

Abbiamo parlato con Compostella e Pedergnana dei sevizi sociali che questa sera erano lì ai cancelli. Una chiacchierata al freddo, discutendo della rabbia di ieri e immaginando un percorso condiviso che possa essere utile a tutti. Speranza o illusione?

La Plotegher, veniamo a sapere, vuole incontrarci per trovare una soluzione rispetto alla regola che non ci permette di entrare ai caravani. Sembra intenzionata a cercare una sala in cui, prima dell'ingresso ai caravani, si possa stare insieme. Dobbiamo incontrarla, giusto, per spiegarle che vogliamo incontrarli lì, nelle loro temporanee abitazioni, per rendere meno lager un insieme di container racchiusi da reti metalliche e cancelli che non vogliono aprirsi.

Oggi è stata recapitata a Piergiorgio Bortolotti una lettera in cui si chiede un incontro per discutere assieme, noi, lui (se vuole l'amministrazione) e i rom, delle regole e delle prospettive. Vi aggiorneremo sulla risposta.

Rom: un tetto con le regole di un lager


L’inaugurazione dei nuovi moduli abitativi che il comune, dopo le proteste di Officina Sociale e dei Volontari di strada, ha allestito alle caserme ex Bresciani doveva trasformarsi in un momento di festa, ma i rom che sono stati sgomberati nei giorni scorsi si sono trovati ancora una volta di fronte a una politica sociale che assume sempre più la forma di un vero e proprio apparato di repressione e controllo.
Ad accogliere i rom, che sono arrivati presso i nuovi container assieme ai volontari, c’erano i vigili urbani del comune di Trento che disposti davanti al cancello hanno chiuso il varco che porta all’interno delle strutture. "Qui entrano solo i rom e tutti gli altri rimangono fuori" - ha detto senza giri di parole Piergiorgio Bortolotti del Punto d’Incontro, la cooperativa del privato sociale che gestirà questa struttura.
Bortolotti - che parlava circondato dal cordone della polizia municipale - ha trovato l’opposizione di Officina sociale e Volontari di strada che chiedevano di entrare tutti assieme. "Non vi consegniamo un pacco - ha detto seccamente Tommaso dei volontari - ma delle persone che se sono qui è perchè hanno costruito un percorso comune con noi". La trattativa sull’ingresso al campo si è risolta con una mediazione: l’entrata dei rom e di un rappresentante di Officina sociale e uno dei Volontari di strada.
All’interno del perimetro che è composto dai moduli abitativi allestiti per i rom, i servizi servizi sociali del comune e Bortolotti hanno spiegato le nuove regole. Ma Federico Zappini commenta subito con dispiacere, dicendo che "le regole di questo luogo sono quelle di un campo di concentramento". Federico prosegue illustrando e criticando uno ad uno i punti di un regolamento che è stato snocciolato con freddezza davanti ai venti rom che le ascoltavano con le loro borse in mano.
"Nessun volontario può entrare nella struttura; è vietato persino attaccarsi alla corrente per ricaricare i telefonini; l’entrata è tassativa prima delle nove di sera e l’uscita al mattino è tra le 5 e le 8".
Queste le regole che ovviamente sono tutte quante rigettate perchè - come afferma Stefano Rubini di Officina Sociale - "rendono questo posto un dormitorio, allestito nell’attesa che venga marzo e la legge se li porti via". "Qui si impedisce che queste persone possano continuare a relazionarsi con noi - continua Stefano - si impedisce ai rom di costruire il loro futuro e si nega la possibilità delle relazioni che sono il primo passo verso l’integrazione".
Da parte di chi gestirà la struttura rimane la più glaciale fermezza, mentre il clima si riscalda con un po’ di tè caldo e una bottiglia di spumante stappata dai rom e dai volontari che ci tengono a dire che "non permetteremo a nessuno di toglierci la speranza che si possano trattare tutti come persone, non solo come oggetti su cui si dispensa un atteggiamento assistenzaiale". "Noi - proseguono quelli che in questi giorni sono riusciti a costruire un percorso di partecipazione con i rom che fino a qualche giorno fa abitavano sotto un ponte - non ci accontentiamo di un tetto, stiamo lottando per la dignità."
Nei prossimi giorni i volontari e gli attivisti di Officina Sociale continueranno a recarsi alle caserme ex Bresciani e proveranno in tutti i modi a superare queste regole che si frappongono tra un’esperienza di partecipazione, lotta, solidarietà e l’obiettivo da raggiungere: la dignità di tutti.

- guarda la galleria fotografica


da Global Project Trento

lunedì 17 dicembre 2007

Un diario di viaggio

I rom che abitavano alla Sloi li conosciamo da tempo. Presenze discrete tra la boscaglia della "fabbrica vecchia" - come la chiamavano loro -, uomini con i baffi e il bastone e donne con i tratti decisi del viso e con gli occhi profondi. Li abbiamo visti chiedere l'elemosina e incontrati sulla strada alla ricerca di un dormitorio. Li abbiamo accompagnati negli ambulatori per le visite mediche ma siamo andati anche sotto la questura a riprenderli dopo i controlli, dopo i tanti sgomberi delle loro abitazioni di fortuna.
Ma i rom della Sloi li abbiamo conosciuti meglio negli ultimi giorni, dopo il brutale sgombero e la cinica distruzione dei loro giacigli. Questa volta li abbiamo incontrati sotto un ponte, e dai margini della Città Solidale, dal confino al quale le politiche sociali del comune di Trento li aveva condannati abbiamo percorso insieme una strada fatta di lotta e solidarietà. Un percorso che ha portato i rom a diventare soggetti che chiedono dignità, e ha permesso ai vololontari di strada e agli attivisti di officina sociale di intrecciare un rapporto umano e fraterno con donne e uomini che riescono ancora a sperare, che vogliono ancora vincere, che non smettono di camminare portando con sé una cultura millenaria che si esprime con la semplicità delle regole del cuore.
Con la voglia di cambiare, con il desiderio di costruire un nuovo modo di relazionarci con i problemi dell'accoglienza, con la convinzione che solo attraverso la partecipazione possiamo assicurare un obiettivo di integrazione e dignità, iniziamo a scrivere con questo blog il diario di un viaggio che - lo sappiamo già - ci farà scoprire le tempeste del razzismo e le secche dell'indifferenza, ma che saprà approdare sulle coste di un futuro migliore.