"Isaac è un ragazzo di 17 anni, arrivato in Italia per sfuggire ad una situazione di estrema povertà. Durante il viaggio di fortuna attraverso il Mediterraneo ha visto morire altri immigrati che come lui sognavano un futuro più dignitoso, che come lui speravano di vivere una nuova vita."
Inizia così la conferenza stampa convocata dall’associazione Officina Sociale. Anna Ioriatti, una delle attiviste presenti, ci spiega che Isaac "è ospite di un’associazione per minori, desideroso di crescere in Italia, di diventare un cittadino migrante regolare, con un permesso di soggiorno per studio, per lavoro."
La conferenza stampa, che per il numero delle persone presenti che si stringono attorno a Isaac sembra quasi un presidio di protesta, si tiene sotto le finestre degli uffici della Procura della Repubblica di via Aconcio. Non è un caso: in questi uffici, precisamente presso il giudice tutelare, giace la domanda di assegnazione del tutore di Isaac. "Un foglio su cui apporre una firma, un timbro che per i ragazzi minori come Isaac significa la garanzia del futuro", afferma Corrado Furlani di Officina Sociale.
"Un minore - ci spiegano - è per legge inespellibile e ha diritto ad avere un tutore che il giudice tutelare deve immediatamente nominare. Ma le lungaggini burocratiche, le negligenze di non si sa chi, stanno bloccando l’iter verso la regolarizzazione, minacciando gravemente il futuro di Isaac, condannandolo (se non viene assegnato il tutore) alla clandestinità, impedendo ogni possibilità di futuro."
"Abbiamo scoperto - continuiano gli attivisti di Officina Sociale - che nella stessa situazione di Isaac versano decine e decine di minori presenti in Trentino. Tutti in attesa di un diritto inalienabile, quello di essere tutelati da una figura legale che surroghi la mancanza del padre o della madre."
Si scopre così che senza questa tutela non è possibile stipulare contratti di lavoro, nemmeno richiedere un permesso di soggiorno, accedere al servizio sanitario, promuovere un ricorso su un’espulsione. "Lungaggini che proseguono da anni", ci viene detto.
Oltre a denunciare pubblicamente questa situazione, gli attivisti di officina Sociale hanno tutta l’intenzione di procedere con una vera e propria vertenza che spinga il giudice tutelare "a evadere tutte le richieste in giacenza, a velocizzare i tempi di assegnazione dei tutori affinché questi ragazzi abbiano la possibilità di assicurarsi un soggiorno regolare in Italia". Corrado Furlani, su questo punto è chiarissimo: "Non è possibile che un intoppo burocratico condanni questi minori al mare torbido e senza uscita della clandestinità". Prosegue convinto dicendo che "è un nostro dovere assicurarci che questa vicenda sia risolta in tempi brevissimi".
Alla fine della conferenza stampa, su pressione degli attivisti, il Giudice tutelare dottor Benini, accetta di incontrare una delegazione di Officina Sociale. La stampa è esclusa dall’incontro che si svolge a porte chiuse alla presenza di Anna, Corrado e lo stesso Isaac.
Sono loro a raccontarci che il giudice "ha confessato che le lungaggini burocratiche sono da ascrivere a difficoltà di cancelleria". "Su questo punto - dice Anna - abbiamo assicurato al dottor Benini che siamo pronti a metterci a disposizione anche della segretaria, per aiutarla nello sbrigare il lavoro di ufficio".
L’incontro - ci racconta Corrado - è stato cordiale e abbiamo avuto assicurazione che le assegnazioni dei tutori saranno velocizzate nella prossima settimana". Entrambi ci promettono che l’associazione Officina Sociale seguirà questa vicenda e si assicurerà che entro pochi giorni tutte le richieste tutelari siano firmate.
Ascolta gli interventi di Anna e Corrado durante la conferenza stampa
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Isaac racconta brevemente la sua storia
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