giovedì 13 marzo 2008

Viaggio inutile

Nei giorni scorsi, sul "Trentino", è apparso un articolo che riportava di un viaggio in romania - proprio nella città di provenienza dei rom dei caravani, Sibiu - dell'assessora Plotegher, del direttore del Punto d'Incontro Bortolotti e del responsabile del Cinformi.
Officina Sociale ha diffuso questo comunicato:

Rom: Plotegher in Romania. "Viaggio inutile"

Trento - Dopo aver letto sulla stampa locale del viaggio in Romania che ha portato l’assessora Plotegher, Bortolotti del Punto d’Incontro e il responsabile del Cinformi a visitare la città di provenienza dei rom che ora alloggiano presso le caserme ex Bresciani, Officina Sociale - l’associazione che fin dallo sgombero dell’ex Sloi si è occupata della vicenda - ha diffuso un comunicato stampa.
"Come al solito - afferma Officina Sociale - anche questa iniziativa è rimasta coperta da segreto e le sue finalità non sono state per nulla condivise né con la comunità rom né con noi volontari che fin dal primo giorno dell’apertura delle caserme ex Bresciani ci rechiamo quotidianamente presso le strutture allogiative per incontrarli."
"I rom - spiegano i volontari - sapevano vagamente di un viaggio a Sibiu, ma non capivano quale potesse essere lo scopo e quale effetto potesse avere sulla loro situazione che, ricordiamo, ha davanti a sé il termine ultimo, fissato il 31 marzo, della chiusura degli alloggi presso le caseme Bresciani".
"Dalla Romania, per ora, tramite la delegazione (istituzionale) che è da poco ritornata, sono arrivati soltanto i saluti dei parenti, una fotografia dei figli di uno degli ospiti delle strutture abitative e una impropria affermazione sulle presunte ricchezze dei rom in Romania".
"Crediamo - continua il comunicato - che sia poco utile un viaggio di istruzione in terra straniera se serve soltanto a riportare notizie didascaliche sugli usi e i costumi delle popolazioni locali, se non è chiara la progettualità che c’è dietro e se non è finalizzato alla risoluzione di un problema reale che anche Trento, come tutte le città europee, è chiamato ad assolvere".
"Non vorremmo - dicono preoccupati i volontari di Officina Sociale - che si cercassero soluzioni di ‘solidarietà dislocata altrove’, spostando l’attenzione da un dovere di accoglienza dei rom trentini ad una più semplice ‘cooperazione esternalizzata’ che salva la coscienza, ma non risponde ad un bisogno reale".
"L’unica certezza - scrive Officina Sociale - è che il 31 marzo si conclude l’esperienza delle caseme Bresciani e i rom ritorneranno in un accampamento abusivo".
"Con profondo dispiacere - afferma Officina Sociale - ci rendiamo conto che l’amministrazione comunale e il privato sociale hanno perso una grande occasione". "Forse - chiude il comunicato - il coinvolgimento reale dei rom e di noi volontari in un progetto di integrazione poteva dare frutti diversi ed evitare che un cancello si chiudesse sull’esperienza delle caseme Bresciani che invece di diventare opportunità sono state soltanto una soluzione tampone".

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