mercoledì 23 gennaio 2008

Gran Ballo dei Caravani

Le nostre bici dondolano al vento, qualcuno lo riconosce a naso: è phon. Il phon è un vento che viene dal nord e rende le persone come in uno stato di fibrillazione, tra allegria e agitazione, secondo la “teoria dei venti” di Ditì.
Ci accorgiamo che il vento del nord soffia ancora più forte ai Caravani, e si fuma le sigarette lasciandoti con mozziconi veloci e insoddisfatti.
Qualcuno si leva il cappello, e ci saluta come un vero signore, un saluto d'antan per scenografie felliniane. Entriamo in un Caravano, ci aprono la porta, ci accolgono come pochi fanno con loro. Chiacchiere tranquille e serene, volti intensi, parole semplici. Finchè il phon non filtra tra gli stipiti delle finestre e colpisce prima le donne, poi tutti. Una musica tzigana folleggia nell'aria, si improvvisa una pista da ballo spostando reti e materassi e si inizia il Gran Ballo dei Caravani. Ci coinvolgono in dita che schioccano e piedi che si muovono tra tentennamenti e voglia di strafare. Qualcuno da fuori si affaccia al finestrino e strizza l'occhiolino. Le nostre dita e i nostri polsi presto sono esausti, ma i nostri sorrisi non si stancano mai.

In questi giorni siamo al fianco dei giovani della Rete di Gardolo, e vogliamo concentrarci sull'appuntamento di sabato in piazza della Libertà.
Non vogliamo però in nessun modo mettere da parte l'esperienza con i rom della ex-sloi, continuando tutti i giorni a incontrarci con loro ai Caravani e a raccontare emozioni e pensieri.

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