E' la seconda sera che andiamo alle ex caserme Bresciani, lì dove sono stati allestiti i moduli abitativi (i caravani, come dicono i rom - e così si spiega il titolo di questo blog) in cui, con regole incredibilmente restrittive, possono alloggiare - anzi, solo dormire - Daniel, Florini, Marco, Grencua, Cristina, Maria e tutti gli altri.
All'interno di questa struttura - dei prefabbricati disposti a quadrato che fanno da perimetro ad un'improbabile piazza che non può svolgere il suo ruolo aggregante - noi volontari non possiamo entrare. Nemmeno se siamo amici di coloro che lì abitano, nemmeno se in questi giorni abbiammo condiviso con loro la speranza che è riuscita a diventare realtà attraverso una soluzione che ieri abbiamo addirittura festeggiato con i botti e lo spumante.
Ci siamo presentati davanti a quei cancelli chiusi chiedendo "permesso!": ci è stato risposto con gentilezza che no, le regole sono regole, che non si può entrare. Abbiamo detto che vogliamo continuare a fare quello cha abbiamo fatto in queste ultime settimane, quello che abbiamo iniziato a fare sotto il ponte dell'adige, che abbiamo continuato al dormitorio della Vela: incontrarli la sera, dopo una giornata che vogliamo raccontarci, fumando una "zigareta" e sparando qualche cazzata insieme.
Nemmeno il tempo di proferire un altro no, i nostri rom hanno raggiunto i cancelli. Ma alle mani che si incontravano tra le grate del cancello, uno di loro ha preferito un contatto più diretto e umano: Victor ha scavalcato l'inferriata con un balzo, e forse per la con la scusa di evitare agli altri meno agili una sicura slogatura della caviglia, i cancelli si sono aperti...
Siamo rimasti fuori, ma assiame a quel gruppo importante che siamo noi e loro. Ed è bastato poco, incontrarli la sera, dopo una giornata che vogliamo raccontarci, fumando una "zigareta" e sparando qualche cazzata insieme.
Ci siamo salutati con l'augurio di una buonanotte carica ancora di speranza, consapevoli che la strada è lunga ma che questa opportunità che siamo stati capaci di strappare all'amministrazione dovremo usarla tutta e con tutte le forze affinchè la speranza non sia illusione ma si trasformi in realtà.
Abbiamo parlato con Compostella e Pedergnana dei sevizi sociali che questa sera erano lì ai cancelli. Una chiacchierata al freddo, discutendo della rabbia di ieri e immaginando un percorso condiviso che possa essere utile a tutti. Speranza o illusione?
La Plotegher, veniamo a sapere, vuole incontrarci per trovare una soluzione rispetto alla regola che non ci permette di entrare ai caravani. Sembra intenzionata a cercare una sala in cui, prima dell'ingresso ai caravani, si possa stare insieme. Dobbiamo incontrarla, giusto, per spiegarle che vogliamo incontrarli lì, nelle loro temporanee abitazioni, per rendere meno lager un insieme di container racchiusi da reti metalliche e cancelli che non vogliono aprirsi.
Oggi è stata recapitata a Piergiorgio Bortolotti una lettera in cui si chiede un incontro per discutere assieme, noi, lui (se vuole l'amministrazione) e i rom, delle regole e delle prospettive. Vi aggiorneremo sulla risposta.