mercoledì 30 gennaio 2008

Bentornati.


I Caravani tornano ad animarsi, tornano ad essere pieni di vita come nei primi giorni della loro esistenza. La piazza dei Caravani è di nuovo intreccio di parole, affetti, sogni.
Nei primi giorni dell'anno alcuni nuclei familiari presenti nei container delle ex Caserme Bresciani erano tornati a casa, in Romania, per passare alcuni giorni con i propri figli, i propri genitori.
Da venerdì scorso "il popolo" dei Caravani è tornato ad abitare in Via al Desert. Questa è forse una risposta indiretta a chi diceva che questo gruppo, queste persone, fossero prive di un progetto migratorio preciso. Ci sembra che non sia così. Non ne avevamo dubbi.
Il giorno dopo, sabato 26 gennaio, in piazza a Gardolo tutti insieme portavano uno striscione che recitava: "Rom contro il razzismo". Anche loro solidali con i ragazzi di Gardolo, promotori della manifestazione "Lega la Lega. Rompi il silenzio".

Una splendida esperienza, come tutte quelle vissute con i rom sgomberati dall'area Ex Sloi, che ci mostra come ci si può opporre al razzismo e all'intolleranza.

mercoledì 23 gennaio 2008

Gran Ballo dei Caravani

Le nostre bici dondolano al vento, qualcuno lo riconosce a naso: è phon. Il phon è un vento che viene dal nord e rende le persone come in uno stato di fibrillazione, tra allegria e agitazione, secondo la “teoria dei venti” di Ditì.
Ci accorgiamo che il vento del nord soffia ancora più forte ai Caravani, e si fuma le sigarette lasciandoti con mozziconi veloci e insoddisfatti.
Qualcuno si leva il cappello, e ci saluta come un vero signore, un saluto d'antan per scenografie felliniane. Entriamo in un Caravano, ci aprono la porta, ci accolgono come pochi fanno con loro. Chiacchiere tranquille e serene, volti intensi, parole semplici. Finchè il phon non filtra tra gli stipiti delle finestre e colpisce prima le donne, poi tutti. Una musica tzigana folleggia nell'aria, si improvvisa una pista da ballo spostando reti e materassi e si inizia il Gran Ballo dei Caravani. Ci coinvolgono in dita che schioccano e piedi che si muovono tra tentennamenti e voglia di strafare. Qualcuno da fuori si affaccia al finestrino e strizza l'occhiolino. Le nostre dita e i nostri polsi presto sono esausti, ma i nostri sorrisi non si stancano mai.

In questi giorni siamo al fianco dei giovani della Rete di Gardolo, e vogliamo concentrarci sull'appuntamento di sabato in piazza della Libertà.
Non vogliamo però in nessun modo mettere da parte l'esperienza con i rom della ex-sloi, continuando tutti i giorni a incontrarci con loro ai Caravani e a raccontare emozioni e pensieri.

venerdì 18 gennaio 2008

Crepe nel muro dell'indifferenza...

Un gruppo di ragazzi di Gardolo prende parola, convocando oggi una conferenza stampa, per dire No alla Lega e alla sua cultura razzista. Qualcosa si muove...

Questo il testo del loro volantino per la convocazione di una assemblea.


CONTRO L’ODIO E L'INDIFFERENZA

LEGA LA LEGA

Come molti sapranno, qui a Gardolo la Lega Nord ha attaccato un gruppo di persone di fede islamica, perlopiù di nazionalità pakistana, opponendosi al legale allestimento di un luogo di ritrovo e di preghiera presso i condomini Poker. La Lega Nord ha poi deciso di attuare una raccolta firme “contro la moschea”.

Pare, almeno così riportano i giornali locali, che in meno di due ore siano state raccolte all'incirca 200 firme. Emerge così un immagine distorta e completamente fuorviante della realtà di Gardolo. Noi che ci viviamo la conosciamo come una comunità eterogenea di individui che crede nei valori della tolleranza, dell'uguaglianza, e della fratellanza. Per questo, dopo il silenzio delle istituzioni politiche, abbiamo deciso di prendere noi l’iniziativa.

Siamo un gruppo di ragazzi che frequentano realtà diverse, chi proviene dall’oratorio, chi dagli scouts, chi dai collettivi studenteschi, chi dal centro sociale, indignati per quello che sta accadendo, per il silenzio di chi dovrebbe parlare e per la loquacità di chi ogni tanto farebbe meglio a stare zitto, come gli onorevoli militanti di Lega Nord.

Spinti da queste motivazioni abbiamo deciso di riunirci in assemblea. Un' idea nata da pochi ma che dopo un piccolo passa parola ha trovato molti altri ragazzi interessati e volenterosi di partecipare. Un evento raro, è la prima volta che a Gardolo i giovani si riuniscono in un assemblea di questo tipo, ma la gravità della situazione ci ha attivati spontaneamente per chiederci come può accadere che certe ideologie malsane, che sono il retaggio di una forte ignoranza, propria dei membri del partito leghista, possano essere propugnate e divulgate senza una ferma opposizione, da parte di chi come noi vuole vivere in una Gardolo aperta e tollerante.

Con questo vogliamo dare inizio ad una battaglia politica e culturale. Non c’è più spazio per i pregiudizi e il razzismo. Noi speriamo di essere i promotori di un lungo percorso in cui si accomuneranno altre realtà. Assieme possiamo portare avanti un logica politica diversa, non più basata sull’insulto e l’opposizione al “diverso” ma basata sull’uguaglianza e sulla convivenza pacifica, senza alcun tipo di razzismo.

Ci troveremo noi ragazzi in assemblea per la prima volta lunedì 21 gennaio, per discutere sull’accaduto e sulle eventuali modalità per manifestare tutto il nostro dissenso verso questa iniziativa brutale e razzista.

Ci auguriamo che anche voi come noi sentiate il dovere di denunciare la pochezza intellettuale di queste persone, per mostrare a tutti che Gardolo è diversa da quella che descrivono i leghisti.

Noi ci impegneremo fino in fondo per batterci contro l’odio, l’intolleranza e l’indifferenza.

CONTRO OGNI RAZZISMO

Rete dei Giovani di Gardolo

martedì 15 gennaio 2008

Oltre l'assistenza

Surficchiando in internet, trovato un messaggio
che può interessare. Eccolo!
Oltre l'assistenza
Fabrizio Valletti S.I. Gesuita della comunità di Scampia (Na)


Quando si incontrano tante persone con richieste molto diverse, lo sforzo maggiore è cercare di cogliere ciò che è vero, quali sono i bisogni reali, cosa passa per il cuore e la mente, tutte cose a cui a volte le parole dette non corrispondono. Non si può parlare di sincerità o meno, ma di un modo di essere, abituati a dipendere, ad aspettare che altri risolvano i problemi personali o della famiglia, anche pretendendo quello che i modelli del consumismo mostrano come necessario.

È doloroso negare un aiuto, è faticoso accompagnare chi è nel bisogno in un percorso di formazione all'autonomia. Eppure sembra il metodo migliore, forse l'unico, che comporta un confronto con le reali possibilità, non dell'assistenza, ma della concreta espressione delle proprie capacità. I servizi sociali non vanno spesso al di là dell'analisi del bisogno e chi è garantito si difende dal mettersi in gioco, non investendo le proprie risorse in progetti di cambiamento. Il vero problema che si avverte soprattutto nelle periferie è la crescita della deriva, di un allontanamento da prospettive di sviluppo e di sicurezza che, oltre a essere irreversibile, accrescerà l'instabilità di chi crede di essere al riparo da ogni crisi.

sabato 12 gennaio 2008

Contro l'odio. Contro l'indifferenza.

All'inizio di gennaio la Lega Nord di Trento allestisce un gazebo davanti al garage di una casa di Gardoloe denuncia che all'interno di esso alcuni immigrati si riuniscono per pregare. Affigge manifesti con il ritratto di Bin Laden all'ingresso del locale e chiede che venga sgomberato. Officina Sociale invia una lettera al giornale L'Adige, che viene pubblicata.
Che punto deve toccare la brutalità della Lega Nord prima che qualcuno dica qualcosa? Fino a dove deve spingersi la campagna di odio che in questi giorni ha toccato nuovamente Gardolo prima che il silenzio sia rotto dalle grida dell'indignazione? Quale altra piazzata indegna e quale altro gazebo razzista dovrà essere approntato per farvi abbandonare una colpevole indifferenza e obbligarvi a parlare, a condannare, a respingere con decisione una cultura meschina?
Come miliziani del peggior imperatore hanno addirittura marchiato con un manifesto squallido il luogo di preghiera di fedeli musulmani, profanando la sacralità composta dello spazio religioso, indicando con schifo l'intimità spirituale e invocando la legge per impedire l'esercizio della libertà. E voi non reagite.
Hanno stanato le persone, oltraggiato la loro identità. Hanno chiesto legalità, e il coraggio del sindaco di Trento non si è fatto attendere: "Se quella moschea è irregolare la faremo chiudere". Invece di chiudere la bocca che offende si intraprende la strada della burocrazia, si spendono parole per lodare il "radicamento leghista" e non si tenta nemmeno un'opposizione politica, una condanna del cuore; non si riesce nemmeno ad offrire un altro punto di vista che rassicuri e che difenda la libertà, che dimostri possibile l'alternativa ai viscerali ideali leghisti.
Obbligati a nascondersi in una stanzetta per inchinarsi a pregare mentre i loro persecutori eseguono genuflessioni plateali nelle cattedrali che giurano di difendere dagli infedeli. E nessuno reagisce. Nemmeno il vescovo della città di Trento, a cui ci rivolgiamo con rispetto, ha saputo attingere alla cultura ecumenica della sua importante biografia. Nemmeno la chiesa trentina e le sue profonde radici hanno difeso la dignità religiosa di chi prega un dio diverso ma unico, di chi si riunisce nascosto, negletto, in catacombe culturali ancor prima che religiose.
L'affondo leghista alla dignità di queste persone è l'ennesima tappa di una campagna fatta di luoghi comuni, di ignoranza e miseria intellettuale. Ma una campagna che riesce ad ammaliare e a coinvolgere parti larghe di una città sfibrata, che rimane indifferente, che spesso non vede, ma che a volte odia, aggiungendosi al coro orribile del razzismo politico e culturale. Mentre i partiti politici si occupano di sé stessi, impegnati a danzare narcisisticamente attorno al loro ombelico e i sindacati si limitano a mantenere in funzione le loro organizzazioni. Tutto tace, la politica delle istituzioni e quella dei partiti. La chiesa e gli uomini di buona volontà. Tace l'umanità del decantato associazionismo e del volontariato. Poche e isolate e timide le prese di posizione, volte più a difendere che a condannare. L'indifferenza vince, colpevole e complice.
Ci ritroviamo in pochi, attorno ad un tavolo, per ridare forma a "Officina Sociale", per fondere le nostre diverse esperienze, per fondare un nuovo luogo di partecipazione, per avviare i cantieri dell'alternativa. Alcuni volontari di strada, alcuni attivisti del Bruno, studenti, insegnanti, che parlano anche di voi. Per sfidarvi. Perchè verremo a cercarvi, a chiedervi cosa pensate, se ancora pensate. Costringendovi a prendere posizione, se ne avete una. Entreremo nelle vostre sezioni di partito, nelle vostre chiese, dentro le sedi delle associazioni caritatevoli e volontaristiche per chiedervi di reagire, se avete ancora nervi e muscoli.
Se non risponderete nemmeno questa volta avrete completamente fallito, perso l'ultima occasione per ridare energia con cultura, politica, solidarietà agli anticorpi del razzismo. Se non risponderete scopriremo ancora una volta che non possiamo contare su di voi, ma anche senza di voi ci impegneremo fino in fondo per opporci all'odio. E all'indifferenza.

Il cantiere di Officina Sociale.

Nei commenti gli altri contributi

mercoledì 9 gennaio 2008

Oseremo turbare l'universo?

Piazza Caravani meriterebbe di finire sulla topografia della nostra città.
Nei percorsi degli autobus e nei passi dei trentini.
Nelle immagini da calendario e nella memoria collettiva.
Ci starebbe bene un bell'albero, in mezzo a Piazza Caravani, con tanti bei fiori d'estate e foglie colorate d'autunno. Panchine assolate e panchine ombrose. Angoli lettura, crocicchi di seggiole poste a cerchio. Ci vedremmo bene bancarelle e artisti di strada, giostre e una piccola fontana per abbeverarsi.
Piazza Caravani sarebbe un bel luogo dell'incontro.

L'Assemblea dei Caravani intanto è un'esperienza che semina interrogativi, sparpaglia qua e là germogli di nuove possibilità e porta a mettere in discussione abitudini e risposte meccaniche.
Non è già una bella cosa?
Nuove consapevolezze sono maturate in tutti noi e nuove voci si sono sentite. Nuove sinergie, nuove emozioni e tante tante belle domande.
Ce n'è una che si poneva Thomas Eliot, e che stasera vogliamo scrivere sul cielo dei Caravani: "Oserò turbare l'universo?".

giovedì 3 gennaio 2008

la neve scende su di noi

Ieri sera siamo tornati ai Caravani, affollati di operatori, assessori e psicologi più che di rom.
Molti dei nostri fratelli si trovano in Romania in visita a parenti, amici e luoghi natali, così iersera riuscivamo tutti a stare in un caravano solo.
Incontro tranquillo e rilassato, qualcuno già danza sul limitare del mondo dei sogni, altri cercano di insegnarci improbabili parole in lingua rom, altri ancora raccontano un elenco di strumenti più o meno ufficiali per divertirsi sulla neve.
Intanto operatori di diverse provenienze (Punto d'Incontro, Kaleidoscopio) partecipano allegramente alle nostre discussioni. Vogliamo sperare per reale volontà e non per un'esigenza di controllo. La novità di oggi è il coinvolgimento, ovviamente a nostra insaputa, della Cooperativa Kaleidoscopio, che da anni lavora con i Sinti sul territorio trentino. Obiettivo? Mediare tra i rom e il mondo là fuori. Un soggetto in più, che speriamo voglia dare valore al percorso fin qui compiuto dall'Assemblea dei Caravani.

Ma anche se rada e poco incisiva, la protagonista della serata è la Neve, che evoca immagini di luoghi lontani, momenti di infanzie diverse ma possibili, tutta una sensazione di vivere delle relazioni coi fiocchi...

--------------------------------------------------------------------------

Ecco la determinazione del dirigente delle Politiche sociali del comune di Trento sull'affidamento alla Cooperativa Kaleidoscopio dell'intervento di mediazione ai caravani.
Scopriamo che, al costo di 2.806,00 Euro, la Kaleidoscopio dovrà pure "svolgere attività di mediazione tra la popolazione dimorante nell’area “ex caserme Bresciani” e gruppi di volontari nei momenti di socializzazione".

Leggi qui il testo del documento